Come tradizione consolidata, anche quest’anno i Bersaglieri del FVG hanno organizzato, domenica 1° maggio, il pellegrinaggio cremisi tra i luoghi più suggestivi della” memoria” della recente storia d’Italia, per commemorare e ricordare i Caduti e Dispersi della Grande Guerra e di tutti i conflitti.
Questa giornata del ricordo è iniziata sul M. San Michele per commemorare la MOVM bers. Francesco Rismondo (volontario irredento dalmata) e la benedizione del cippo a sua memoria, appena restaurato per volere delle Associazioni Dalmati Italiani nel Mondo – Libero Comune di Zara in Esilio e Venezia Giulia e Dalmazia.
Fautore di questo connubio “Bersaglieri – Dalmazia” è stato il Gen. Elio Ricciardi che, nel corso della cerimonia, ha tenuto l’orazione ufficiale al cospetto di numerose autorità, medaglieri e labari, molti del vicino veneto, nonostante le non clementi condizioni atmosferiche. Alla presenza del picchetto in armi dell’11° Rgt. Bersaglieri e della Fanfara di Trieste sono stati resi tutti gli onori in programma, lo speaker Bozzo ha cadenzato le varie fasi della cerimonia a cui hanno partecipato anche gli alunni della scuola “F. Rismondo” di Gorizia che hanno deposto un omaggio floreale al cippo dell’eroe.
Quindi tutti a Redipuglia, con un programma rivisitato all’impronta a causa di un tempo che sconsigliava la permanenza sotto l’acqua di tante persone, famigliari di caduti in particolare, alquanto “adulte”. Fanfara di San Giorgio in testa, Picchetto dell’11° Bersaglieri, gonfaloni, Medaglieri, Labari, Associazioni, Besaglieri e Autorità, tutti in corteo a rendere omaggio ai Caduti presso la tomba del Duca d’Aosta, Emanuele Filiberto di Savoia, Comandante della Invitta Terza Armata.
A seguire, tutti nella sala cinema del museo III^ Armata per continuare ad onorare i caduti con la lettura dei nomi di alcune pagine dell’Albo d’Oro, al rintocco della campana della memoria, ed il successivo commovente momento della consegna delle medaglie commemorative ai familiari di caduti presenti, provenienti da diverse regioni d’Italia ed anche dagli Stati Uniti.
A consegnare le medaglie sono state chiamate tutte le autorità civili e militari presenti: il Prefetto di Gorizia, il V. Pres. della Provincia dI Gorizia, i Sindaci di Fogliano, Mariano del F., Gorizia e Sagrado, i C.ti Provinciali dei Carabinieri e della GdF di Gorizia, il Cap. Di Renzo dell’11° Rgt. Bers., il Gen. C.A. Santo ed anche molti autorevoli rappresentanti di varie associazioni: alpini, fanti, marinai, paracadutisti, genieri, cavalieri, Dalmati Italiani e, per l’ANB: i Pres. Regionali del Veneto e del FVG, il Cons. Naz. del FVG, i Pres. Provinciali di Udine e di Pordenone e, per le Sezioni, il Pres. di Spilimbergo. Ad annunciare gli eventi, il Cons. Regionale Angelillo.
Dopo un applauditissimo concerto della fanfara di S. Giorgio di Nogaro ed il successivo convivio cremisi, accompagnati da una guida professionale precettata dalla Presidenza ANB Regionale, molti dei partecipanti hanno potuto visitare due dei luoghi simbolo della memoria della Grande Guerra in Friuli, l’Ossario di Oslavia e l’Ara Pacis Mundi di Medea.
La mia gratitudine a tutti i Bersaglieri che, con la loro generosa disponibilità, hanno reso possibile la realizzazione di questo doppio evento.
(Pino IACCA – Pres. ANB Regione FVG)
ALCUNE NOTE DI STORIA
Il Sacrario di Redipuglia e’ il luogo simbolo della memoria e della commemorazione per tutti gli oltre 650 mila caduti italiani della grande guerra, qui trovano sepoltura oltre 100 mila di loro. Il memoriale monumentale, progettato dall’architetto Giovanni Greppi e dallo scultore Giannino Castiglioni, dopo 3 anni di intensi lavori fu inaugurato il 18 settembre 1938 alla presenza di oltre 50 mila veterani. Il sacrario sorge davanti la collina di Sant’Elia, sede del precedente cimitero di guerra, e tutta l’area, che include numerosissime testimonianze, compreso il museo della grande guerra ( casa della III^ Armata), e’ stata convertita in parco del ricordo o della memoria, e fanno di Redipuglia il più grande sacrario militare d’Italia e tra i più estesi ed importanti al mondo . Il sacrario sorge nell’area del carso triestino-goriziano, sulle pendici del monte Sei Busi, aspramente conteso in più battaglie dell’Isonzo. Qui si accede risalendo un lastricato carsico, percorrendo la Via Eroica, un corridoio delimitato da due file di lastre in bronzo che riportano i nomi delle 38 località dove più aspra e sanguinosa fu la lotta. Al termine di questa via, come in uno schieramento militare, davanti è eretta la tomba di Emanuele Filiberto di Savoia, Comandante della Terza Armata, cui fanno ala quelle dei suoi generali, a seguire si erge la maestosa scalinata di 22 gradoni dove sono custodite le salme di circa 40 mila caduti identificati, sull’ultimo gradone, invece, nelle due grandi tombe ai lati della cappella votiva, trovano sepoltura oltre 60 mila caduti ignoti.
Il Monte San Michele, chiamato così in modo improprio, solo 275 metri slm, è un rilievo carsico situato a cavallo tra i comuni di Sagrado (frazione di San Martino del Carso), e Savogna d’Isonzo nella provincia di Gorizia non distante dal mare Adriatico e dal sacrario di Redipuglia. La sua fama è legata al fatto che esso fu teatro di numerose battaglie durante la Prima guerra mondiale. Ancora oggi, infatti, la zona tra Fogliano Redipuglia e Sagrado è disseminata di trincee, camminamenti, caverne e gallerie nonché di molti piccoli monumenti spontanei sorti dopo il conflitto. Il San Michele viene citato nel componimento Sono una creatura del famoso poeta Giuseppe Ungaretti, che partecipò al dramma di quella guerra.
Dalla sua sommità è visibile una buona porzione di Alto Adriatico, con una visione che spazia dalla città di Monfalcone, alla foce dell’Isonzo ed alla laguna di Grado, mentre verso sud-est nelle giornate nitide si può arrivare a percepire l’estremità nord-occidentale della penisola istriana di punta Salvore, nei pressi di Pirano.
Il San Michele grazie alla sua posizione domina la bassa valle dell’Isonzo e durante la prima guerra mondiale permetteva di tenere sotto controllo la città di Gorizia. A seguito della Prima battaglia dell’Isonzo, la postazione venne pesantemente fortificata dagli austroungarici, tramite un ampio sistema di caverne e ricoveri, e munita di cannoni di grande calibro. L’esercito italiano tentò per mesi di conquistarlo, tanto che la sanguinosa Seconda battaglia dell’Isonzo è nota anche come “la battaglia del San Michele”, perché ivi lo sforzo italiano fu più concentrato e intenso. Le estese fortificazioni, difese da reparti ungheresi, resistettero a diversi attacchi e il monte cadde nelle mani dell’esercito italiano solo durante la Sesta battaglia dell’Isonzo (nella foto, una famiglia sul luogo di morte del proprio congiunto).
La sommità del monte è stata restaurata e nel 1922 dichiarata zona monumentale. Sono visitabili diverse opere, tra le quali la galleria del comando austroungarico generale Lukacich e l’ampia galleria della III Armata, accessibile dal piazzale su cui si trova anche il Museo Storico del Monte San Michele che contiene cimeli bellici dell’epoca ed una ricca documentazione foto-cartografica. Nella sala centrale del museo è possibile ripercorrere cronologicamente tutte le vicende delle sei battaglie combattute sul Monte San Michele ed il raccapricciante episodio del primo attacco a sorpresa con gas asfissianti sul fronte italiano , del 29 giugno 1916, condotto dall’esercito austroungarico contro l’esercito italiano utilizzando una miscela di cloro e fosgene.
La Regione Friuli-Venezia Giulia e la Provincia di Gorizia hanno dato avvio ad un progetto che prevede la realizzazione all’interno della fortezza del San Michele del più grande museo d’Europa dedicato alla Prima guerra mondiale. Nelle varie battaglie per la conquista del monte San Michele un ruolo importante lo svolsero i reparti bersaglieri, i ciclisti in particolare, che con il loro ardore e valore anche qui si sono ricoperti di gloria.