Ogni venerdì ci sono fiori freschi, al cimitero dei Rotoli, sulla tomba di Francesca Morvillo. Chi li porta? Per saperlo bisogna leggere questa storia, che ha come protagonista una pronipote di Enrico Toti.
…tratto da un articolo di Roberto Puglisi
PALERMO – Spunta un mazzo di fiori freschi, ogni venerdì, sulla tomba di Francesca Morvillo – morta con Giovanni Falcone e con gli agenti della scorta a Capaci – sul suo sorriso leggero come la neve. Chi lo depone? Per saperlo, bisogna andare fino in fondo a questa storia che ha come protagonista una pronipote di Enrico Toti: il celebre bersagliere, figura nota dei testi scolastici, per la stampella lanciata contro il nemico. Si chiama Paola Toti, membro onorario della sezione dei bersaglieri di Chioggia che svela la trama: “Quando hanno trasferito la salma di Falcone, ho pensato che la signora Francesca sarebbe stata separata dal suo compagno di vita, dopo la morte, e che, forse, avrebbe ricevuto qualche fiore in meno ai Rotoli. Così, mi sono data da fare”.
Con una suadente pressione sulla comunità delle piume al vento che hanno deciso di scendere in campo. “Insieme ai miei amici bersaglieri – racconta Paola – ogni settimana mandiamo un mazzo di fiori al cimitero, grazie a Vittorio, un sensibilissimo fioraio palermitano, che mi è stato indicato da Giovanni Paparcuri”. Storie incastonate nella storia. Paparcuri, coinvolto nella strage Chinnici, era uno dei più fedeli collaboratori del giudice assassinato il 23 maggio. Fino a qualche anno fa, conservava con dedizione un biglietto, un tenero pizzino tra due innamorati che condivisero la sorte sull’autostrada. C’era scritto qualcosa come: “Sei la mia vita”, firmato ‘Francesca’.
L’omaggio della ‘bersagliera’ compone una dignitosa rivendicazione: “Non ci sono eroi superiori ed eroi che stanno più in basso – spiega Paola -. Con un gesto onoriamo il sacrificio di una grande donna. Ci vuole coraggio nel vestire i panni di magistrato antimafia. Ci vogliono cuore e passione per stare accanto a un uomo che rischia quotidianamente”.
Vittorio, il messaggero floreale, svolge il suo compito con incrollabile puntualità. “Con la pioggia, col vento, col sole, va, immancabilmente. Non si stanca mai. Poi ci manda le foto dal cimitero, con dei messaggi bellissimi. Ed è rassicurante pensare che un siciliano non dimentichi gli eroi della sua terra. Io, devo confessarlo, ci sono rimasta male quando hanno separato il giudice Falcone e la signora Francesca. Non mi è sembrato giusto, pure per un discorso simbolico. Non volevo che la tomba di Francesca rimanesse meno adornata, perché in un luogo diverso. Non volevo che i visitatori la trovassero spoglia. E’ come se il nostro pensiero un po’ li riunisse. Il mazzo lo sceglie Vittorio. Sono fiori profumati e semplici, proprio come era lei”.
Lei che sorride a tutti da una foto del suo ingiusto sepolcro, come se la vita non fosse soltanto un ricordo, un’orma leggera sulla neve.