Conseguito nel 1931 il diploma in ragioneria, due anni dopo fu ammesso al corso allievi ufficiali di complemento a Milano e nel giugno 1934 fu nominato sottotenente dei bersaglieri. Destinato al 7° reggimento bersaglieri, fu congedato nel gennaio 1935. Richiamato una prima volta nel 1939 ed inviato in licenza straordinaria, rientrava al reggimento mobilitato nel febbraio 1941. Assegnato al XVIII battaglione, prese parte nell’aprile successivo alle operazioni di guerra svoltesi contro la Jugoslavia e nei Balcani. Rientrato in Patria, nel luglio dello stesso anno partì col reparto per la Russia rimanendo due volte ferito nei combattimenti del 6 e del 25 dicembre 1941.
Combattente di provato valore, nel corso di un colpo di mano contro munitissima posizione avversaria, palesava doti di temerarietà, anche quando, venuta a mancare la sorpresa, era costretto a fronteggiare la violentissima reazione del nemico soverchiante per numero e per armi. Lanciatosi primo fra tutti all’assalto, debellava in dure mischie i difensori, aprendosi un varco fino alle linee retrostanti. Contrattaccato, pur con i ranghi assottigliati dalle perdite, contendeva all’avversario, in furiosi corpo a corpo, il terreno ed il successo. Ferito e minacciato di avvolgimento, anziché arretrare, guidava all’attacco alla baionetta i superstiti e sgominava i contendenti. Giunto a pochi metri dalle mitragliatrici, colpito a morte, si abbatteva al grido di Savoia, incitamento supremo per i suoi bersaglieri, ultima sfida per il nemico. – Woroschilowa (Fronte russo), 25 gennaio 1942.