
La Battaglia del Solstizio, così denominata da Gabriele D’Annunzio (il Poeta-eroe che, come noto, fu protagonista anche nel Teatro della Grande Guerra) rappresenta il momento cruciale dell’immane conflitto; l’ultima grande, disperata offensiva dell’Esercito Austro-Ungarico, che giocò d’ azzardo sperando di sfondare come a Caporetto. La storia aveva stabilito diversamente e l’impresa fallì. Per l’Italia c’era l’invalicabile frontiera del Piave, il Fiume sacro alla Patria; c’erano i Bersaglieri, c’erano gli Arditi, coltello fra i denti, c’era la giovane Aeronautica Italiana di Francesco Baracca, che annientò i tentativi nemici di passare il Fiume. C’erano i soldati dei Paesi alleati, c’era un nuovo spirito e la nuova “leadership” militare di Armando Diaz. La Battaglia del Solstizio, fu una Battaglia leggendaria, che si consumò nella terra del Piave, a Nervesa della Battaglia, a Fagarè.Caddero combattendo migliaia di uomini provenienti da diversi Paesi. E ci furono 90.000 Italiani nel numero dei Caduti e tra questi Francesco Baracca.In quelle tempestose giornate di morte e di gloria, fu testimone d’eccezione Ernest Hemingway che riprese quelle vicende nel celebre libro “Addio alle armi”. Ferito in combattimento Hemingway fu decorato di Medaglia d’Argento al V.M.. In quell’occasione compose una poesia dedicata ad un amico caduto in combattimento accanto a Lui, il Ten. americano Edward Mckey sepolto nel Sacrario di Fagaré. Sulla Sua lapide furono incisi i versi del grande scrittore americano. Quel solstizio d’estate portò fortuna al nostro esercito e aprì la strada di Vittorio Veneto e del Bollettino della Vittoria firmato Diaz – 4 novembre. Intanto Gabriele D’Annunzio già in agosto sorvolava Vienna lanciando migliaia di foglietti tricolori inneggianti alla Vittoria.