𝟭𝟴 𝗴𝗶𝘂𝗴𝗻𝗼 𝟭𝟴𝟯𝟲 – 𝟭𝟴 𝗴𝗶𝘂𝗴𝗻𝗼 𝟮𝟬𝟮𝟯

𝟭𝟴𝟳° 𝗔𝗻𝗻𝗶𝘃𝗲𝗿𝘀𝗮𝗿𝗶𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗙𝗼𝗻𝗱𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝗖𝗼𝗿𝗽𝗼 𝗱𝗲𝗶 𝗕𝗲𝗿𝘀𝗮𝗴𝗹𝗶𝗲𝗿𝗶.

18 giugno: una giornata che ad alcuni ricorda la “débacle” di Napoleone a Waterloo nel 1815, a pochi eruditi la vittoria di Giovanna d’Arco contro gli inglesi a Patay nel 1429. Ai più quel giorno non dice nulla ma ai Bersaglieri, prima ancora di indicarne l’anno, dice tutto. Il 18 giugno 1836, è per i Fanti piumati la data per eccellenza, scolpita a caratteri indelebili nella memoria e nel cuore; è la data della Fondazione del Corpo e dell’inizio della loro gloriosa calvalcata di circa due secoli nella Storia d’Italia. Quel giorno, il Capitano dei Granatieri dell’Armata Sarda, Alessandro Ferrero della Marmora, strinse in pugno, portandoselo al petto, il Regio Brevetto di costituzione del Corpo dei Bersaglieri come da Lui configurato nella celebre “Proposizione, al Re Carlo Alberto. Il 21 giugno divenne, con Regio provvedimento, il Comandante della 1° Compagnia. Per il giovane Capitano quel giorno rappresentò l’attuazione di un progetto perseguito da tempo con ferrea tenacia, pur tra innumerevoli difficoltà. Fu soprattutto la realizzazione di un sogno che non immaginava potesse diventare il primo tassello di un’Epopea che avrebbe segnato tutto il Risorgimento e tutte le grandi sfide dell’Italia dall’800 ai nostri giorni. La Marmora aveva dato vita ad un nuovo modello di soldato, una macchina da guerra, che innovava radicalmente il modo di combattere ancora a quel tempo fermo agli schemi settecenteschi di armate statiche e lente, predisposte per lo scontro frontale. Il “nuovo” soldato è forte, veloce, preciso nel tiro, capace di inventiva, dotato di energia e di tempra morale, capace di far fronte all’imprevisto, essere lui stesso l’imprevisto non credendo mai all’impossibile e non temendo la morte. Una figura totalmente nuova che La Marmora aveva costruito studiando i soldati delle Fanterie leggere europee, i Rifleman inglesi, gli Jager tedeschi e gli Schutzen austriaci. Un’autentica rivoluzione, una vera sorpresa anche per il Re Carlo Alberto favorevolmente impressionato dalla “proposizione” del Capitano e dalla presentazione del primo Bersagliere con la nuova divisa e il cappello piumato sulle ventitrè, diventato poi leggendario. Lo stesso cappello Alessandro La Marmora indossava a Goito l’8 aprile del 1848, nel celebrato Battesimo del fuoco, dove i Fanti piumati dimostrarono le eccezionali qualità di soldati e di uomini, alle quali il loro comandante chiamato “Papà Sandrin”, li aveva duramente addestrati ed educati, nella celebre Caserma Ceppi di Torino. Fu quella un’altra data segnata in rilievo nella memoria dei Bersaglieri. Una giornata da eroi, con il Comandante gravemente ferito, i primi morti, la prima medaglia d’oro e una folgorante vittoria al Ponte della gloria. Fu allora che La Marmora comprese che il 18 giugno del ’36, appena dodici anni prima, aveva realmente dato vita ad un formidabile strumento bellico che avrebbe potuto dare un determinante contributo alle grandi battaglie per la libertà e l’indipendenza dell’Italia nascente. Orgoglioso dei suoi valorosi soldati piumati che aveva voluto paragonare ai “Velites ” delle legioni romane capaci di fare la differenza sui campi di battaglia o anche agli archibugieri di Giovanni dalle Bande nere, il grande condottiero di ventura, La Marmora aveva compreso che il valore alimenta se stesso e raddoppia le già sperimentate energie. Valoroso soldato, grande Comandante, eccelso motivatore di uomini, con il Suo profilo grifagno, deciso e inesorabile, Alessandro La Marmora si staglia sullo sfondo della Leggenda Bersaglieresca che fa da contrappunto eroico della Storia italiana. Fede e onore, Patria e famiglia, coraggio, fiducia in se stessi fino alla presunzione, sfida irridente alla morte.Da quel 18 giugno 1836, pagina dopo pagina (Goito, Novara, Sebastopoli, Porta Pia, Adua, Bengasi e poi il Piave , i deserti infuocati dell’Africa settentrionale, le steppe ghiacciate della Russia e poi il Libano, l’Iraq e l’Afghanistan) si compone il libro d’oro dei Fanti piumati. Da quel giorno, medaglie dopo medaglie, a segnare il valore e il sacrificio supremo di eroi come Griffini, Pagliari, Toti, Caretto, Zamboni e La Rosa, uomini che La Marmora ha reso invincibili sempre, in ogni circostanza, e non di meno nelle sconfitte . A loro trasmise, con il celebre Decalogo, gli stessi valori che oggi i Bersaglieri interpretano, tra l’altro, nelle attività di volontariato, di soccorso e di protezione civile. Concludendo, il 18 giugno del 1836, La Marmora consegnò ai suoi Bersaglieri, presenti e futuri, un destino inimmaginabile che noi oggi ,187° anniversario, celebriamo con l’orgoglio di essere una piccola parte di quella grande Storia cremisi nella quale ci facciamo idealmente trasportare accompagnati dalle strepitose note delle nostre inimitabili fanfare.

𝗪 𝗶𝗹 𝟭𝟴 𝗴𝗶𝘂𝗴𝗻𝗼 𝗪 𝗶 𝗕𝗲𝗿𝘀𝗮𝗴𝗹𝗶𝗲𝗿𝗶

PH Ringraziamo di cuore della bellissima foto Donatella Basso