VIS, ANIMUS, IMPETUS

Attuale Comandante 
Ten. Col. Giuseppe MAFFEI
Sede Caserta

STORIA DEL 4° Reparto Comando e supporti tattici bersaglieri

Il 4° Reggimento Bersaglieri è stato un’unità militare del Regio Esercito che ha preso parte alle guerre risorgimentali alle guerre coloniali italiane e alle due guerre mondiali. Per effetto del decreto 24 Gennaio 1861, il successivo 16 aprile, viene formato il Comando dei Bersaglieri del 4° Corpo d’Armata, con sede in Ravenna, dal quale dipendono i battaglioni attivi VI (1848), VII (1849), XI (1859), XII (1859, XXII (1860) e XXVI (1860) ed un battaglione deposito. IL XXVI battaglione si era costituito nell’agosto 1859 quale Battaglione Bersaglieri delle Romagne, che, per la valorosa condotta tenuta a Castelfidardo ricevette una medaglia di bronzo al valor militare. L’unità dal 31 dicembre 1861 prende il nome di 4° Reggimento Bersaglieri tuttavia il comando assolve compiti esclusivamente amministrativi e disciplinari non avendo responsabilità ope­rative. Con decreto del 18 dicembre 1864 i reggimenti bersaglieri sono ridotti da sei a cinque ed il 4° viene disciolto cedendo i battaglioni VI e VII al 1°, XI al 2°, XII al 3°, XXII al 5°, XXVI al 6°. Con decreto 30 dicembre 1865 il 6° rgt. formato dai battaglioni XXVI, XXVIII, XXIX, XL, XXX, XXXI, XXXII, XXXIII e dislocato in Campania, assume la denominazione di 4° Reggimento Bersaglieri. In attuazione del nuovo ordinamento del Corpo fissato con decreto 13 novembre 1870 il 4° Reggimento Bersaglieri dal 1° gennaio 1871, con sede in Capua, assume anche fisionomia operativa ed è formato con i Battaglioni XXVI, XXIX, XXXI e XXXIII che prendono la numerazione di I, II, III e IV; i battaglioni XXVIII, XXX, XXXII e XL sono ceduti per la costituzione del 9° reggimento. Nel settembre 1883 cede anche il IV battaglione all’11° Reggimento di nuova formazione e dal 18 giugno 1886 i rimanenti tre riprendono la numerazione di origine di XXVI, XXIX e XXXI. Il 1° ottobre 1910 forma il IV battaglione ciclisti poi, nel maggio 1912, invia a Rodi il XXVI e XXXI battaglione che ivi rimangono anche durante la guerra 1915-18 in servizio territoriale; in sostituzione di tali reparti nel giugno 1912 forma il XXXVII battaglione e nel maggio 1915 riceve dal deposito di Asti il XLIII battaglione (tale reparto fino al 5 gennaio 1916 è contraddistinto dal numero XXVI bis). Per la guerra il deposito provvede inoltre a costituire i Reggimenti Bersaglieri 19° e 20°. Nel corso del conflitto è impiegato fino a metà giugno 1917 nell’ambito delle divisioni di fanteria; dal 18 giugno 1917 viene inquadrato nella V Brigata Bersaglieri assieme al 21° Reggimento. Il IV battaglione ciclisti agisce invece come unità autonoma e sarà sciolto nel novembre 1919. Il reggimento subisce gravissime perdite nel corso dei combattimenti sulle pendici del Badenecche e sul rovescio del Tondarecar tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre 1917; a causa di tali perdite viene sciolto il 9 dicembre 1917. Il 4° Bersaglieri è ricostituito per trasformazione del 19° Reggimento i cui battaglioni divengono XXVI, XXIX, e XXXI (il XXVI ed il XXXI battaglione in distaccamento fin dal 1912 nell’Egeo sono sciolti al loro rientro in Patria). Nel 1921 resi quadro il XXIX e XXXI battaglione, il reggimento rimane con il solo XXVI battaglione effettivo; il XXXI battaglione in seguito è sciolto. Nel gennaio 1923 il 4° e trasformato in reggimento ciclisti e tale rimarrà sino al 1936; nel successivo aprile ricostituisce il XXIX battaglione. La legge ordinativa 11 marzo 1926 ne conferma la composizione su comando, XXVI e XXIX battaglione, deposito. Il XXXI battaglione è nuovamente in vita il 29 marzo 1939. Il 10 giugno 1940 il 4° Bersaglieri è inquadrato nel Raggruppamento Celere della 4^3 Armata, tuttavia nel corso del secondo conflitto mondiale cambia più volte dipendenza ed il 3 marzo 1941 riceve l’LXXXIV battaglione complementi. L’8 settembre 1943, in seguito agli eventi determinati dall’armistizio, il 4^ Bersaglieri è sciolto in Jugoslavia, nella zona di Spalato. Il 1° febbraio 1944 il 4° Reggimento Bersaglieri viene ricostitutito in territorio nazionale con i battaglioni XXIX (che è riuscito a rientrare dalla Jugoslavia) e XXXIII (dell’11° rgt. b., proveniente dalla Sardegna ove era distaccato presso il VII Corpo d’Armata) ed è impiegato nel corso della guerra di liberazione dapprima con il 1 Raggruppamento Motorizzato, successivamente con il Corpo Italiano di Liberazione. In seguito alla trasformazione del C.I.L. il rgt. si scioglie il 24 settembre 1944 e dà vita al Battaglione Bersaglieri “Goito” che è inquadrato nel Reggimento Fanteria Speciale del Gruppo di Combattimento “Legnano” ed al quale verrà concessa una M.A.V.M. Il 1° novembre 1975 si forma in Pordenone il 26° Battaglione Bersaglieri “Castelfidardo” per trasformazione del XII battaglione b. del disciolto 8° Reggimento Bersaglieri. Il 26° al quale sono affidate le tradizioni di gloria e la Bandiera del 4° Reggimento è inquadrato nell’8° Brigata Meccanizzata “Garibaldi”. Dall’ottobre 1983 al gennaio 1984 cede un reparto di formazione (6 ufficiali, 12 sottufficiali e 109 soldati) al 3° battaglione b. “Cernaia” per la costituzione del Contingente Italiano che opera in Libano nell’ambito della Forza Multinazionale di Pace a protezione del campo palestinese di Chatila a Beirut. Con i provvedimenti connessi al riordinamento dell’Esercito il 10 dicembre 1989 viene ridotto a “quadro” e la Bandiera è versata al Sacrario del Vittoriano; in data 31 gennaio 1991 viene definitiva­mente sciolto. L’8 maggio 1993 viene ricostituito in Pordenone, quale 26° Battaglione “Castelfidardo”, in sostituzione del 2° BAR “Pordenone” del quale assume i compiti addestrativi. Con l’attuazione del Nuovo Modello di Difesa l’unità è nuovamente soppressa in data 29 maggio 1998, dopo aver versato il giorno precedente la Bandiera al Sacrario del Vittoriano.

Il 29 Settembre 2022 la Bandiera viene trasferita al 4° Reparto Comando e Supporti Tattici Bersaglieri dalla sede di Roma (Sacrario delle Bandiere delle Forze Armate) a quella di Caserta.

Stemma Araldico

Scudo: inquartato;

Il primo d’azzurro alla fascia d’argento caricata di un palo di rosso a due verghette d’azzurro:

Il secondo di rosso alla croce biforcata di Rodi d’argento

Il terzo di rosso al Castello d’oro merlato alla Guelfa e torricellato di tre pezzi aperto e finestrate del campo, fondato su campagna di verde (Castelfidardo);

Il quarto d’azzurro, a tre monti d’oro all’italiana sormontati da un fiume d’argento posto in fascia.

Il tutto abbassato ad un capo d’oro Col Quartier Franco di rosso caricato da un palo di nero (Albania) e attraversato da una sbarra d’azzurro filettata d’oro caricata di tre stelle dello stesso.

Corona Turrita:

D’oro, murata di nero, formato da un cerchio, rosso all’interno, con due cordonate a muro sui margini. Sostenente otto torri (5 visibili), di foggia rettangolare, munite di barbacane e di dieci merli alla Guelfa (quattro dei quali angolari); sono munite di una porta e di una sola finestra e sono riunite da cortine di muro, ogni porzione della cortina finestrata di nero.

Ornamenti:

Lista bifida: d’oro, svolazzante, collocata sotto la punta dello scudo, incurvata con la concavità rivolta verso l’alto, riportante il motto “VIS, ANIMUS, IMPETUS”.

Onorificenza: accollata alla punta dello scudo con l’insegna pendente al centro del nastro con i colori della stessa.

Nastri rappresentativi delle ricompense al Valore: annodati nella parte centrale non visibile della corona Turritta, scendenti svolazzanti in sbarra ed in banda dal punto predetto, passando dietro la parte superiore dello scudo.

 Sintesi della blasonatura

1° quarto: simbologia a ricordo della partecipazione alla Guerra di Liberazione.

2° quarto: riferito alla presenza nell’isola di Rodi del XXIX Battaglione nel maggio 1912 ove meritò

     Una M.B.V.M.

3° quarto: Arme di Castelfidardo, città con la quale il Reggimento ha un legame storico per la M.B.V.M. concessa al XXIX Battaglione ivi distintosi nell’ottobre 1860.

4° quarto: vi sono rappresentati araldicamente il fiume Isonzo e le doline del Carso, che ricordano la gloria militare acquisita dal 4° Reggimento nella Prima Guerra Mondiale 1915-1918.

Il Capo D’oro simboleggia la massima ricompensa al Valore Militare concessa al 4° Reggimento.

Nel Quartier Franco i colori di Albania, ove il Reggimento meritò la M.O.V.M. e dove cadde il Comandante Col. Guglielmo Scognamiglio, ricordato dalla striscia d’azzurro con le tre stelle.

L’onorificenza posta sotto lo scudo simboleggia la massima ricompensa, riconosciuta al 4° Reggimento come Arma di Fanteria, dell’ordine Militare D’Italia per la Prima Guerra Mondiale.

Decorazioni alla Bandiera di Guerra del 4° Reparto Comando e supporti tattici bersaglieri

Ordine Militare d’Italia Al Valor Militare

ORDINE MILITARE D’ITALIA – DECRETO 5 GIUGNO 1920

NEI DURI CIMENTI DELLA GUERRA, NELLA TORMENTATA TRINCEA O NELL’ASPRA BATTAGLIA, CONOBBE OGNI LIMITE DI SACRIFICIO E DI ARDIMENTO; AUDACE E TENACE, DOMÒ INFATICABILMENTE I LUOGHI E LE FORTUNE, CONSACRANDO CON SANGUE FECONDO LA ROMANA VIRTÙ DEI FIGLI D’ITALIA (1915-18). (ALL’ARMA DI FANTERIA). 

Medaglia d’Oro Al Valor Militare

MEDAGLIA D’ORO – DECRETO 31 DICEMBRE 1947.

REGGIMENTO GRANITICO PER SALDEZZA DI CUORI, AMMIREVOLE PER SLANCIO E COSTANZA NELLA LOTTA, IMPAREGGIABILE PER BRAVURA PROFESSIONALE E DEDIZIONE AL DOVERE. IMPEGNATO ININTERROTTAMENTE PER L’INTERA CAMPAGNA IN DURE AZIONI, SI BATTÉ CON VALORE ED AUDACIA ATTACCANDO CON IMPETO E DECISIONE. SEMPRE PRONTO AD OGNI ARDIMENTO ED IN NOBILE GENEROSA GARA DI SACRIFICIO COI REPARTI DELLE ALTRE UNITÀ, NON CONOBBE LIMITE ALLO SFORZO E DIEDE LARGO TRIBUTO DI SANGUE PER LA COMUNE VITTORIA. NELL’ULTIMO PERIODO DELLA CAMPAGNA, TOLTO DALLE LINEE CHE AVEVA TENUTO CONTRO OGNI ASSALTO NEMICO PER OLTRE QUATTRO MESI, FU PRONTO E DOCILE STRUMENTO PER UNA DIFFICILE MANOVRA NELLE MANI DEL COMANDO D’ARMATA;
CONTRO LA IMPROVVISA MINACCIA DELLA JUGOSLAVIA PRIMA, SUL TERGO DEL NOSTRO SCHIERAMENTO IN UN PUNTO SENSIBILISSIMO, CONFERMANDO LE SUE VIRTÙ GUERRIERE IN ASPRISSIMA ZONA MONTANA E SOTTO VIOLENTA TORMENTA DI NEVE; È, SUCCESSIVAMENTE, DI NUOVO SUL FRONTE GRECO, OVE, LANCIATO ALL’INSEGUIMENTO CON UNA COLONNA CELERE INCALZAVA IL NEMICO IN RITIRATA CON DECISIONE ED ACCANIMENTO. MENTRE NELL’ULTIMO COMBATTIMENTO IL SUO COLONNELLO CADEVA COLPITO A MORTE SUGGELLANDO CON BELLISSIMO ESEMPIO LE PROVE DI VALORE DEI SUOI BERSAGLIERI, UNA COMPAGNIA DEL REGGIMENTO RIUSCIVA CON MIRABILE SFORZO A RAGGIUNGERE PER PRIMO L’OBIETTIVO FISSATO DAL COMANDO SUPREMO NELL’ATTO IN CUI L’AVVERSARIO ALZAVA LA BANDIERA DELLA RESA. ERSEKE, KORCA, MONTE KALASE {NOVEMBRE – DICEMBRE 1940) – MA KUQU MIET, RADOLISTE {FRONTE JUGOSLAVO, 7 – LÌ APRILE 1941); QAFA QUARIT, ERSEKE, BOROVA, BARMASCH, PONTE PERATI (FRONTE GRECO, 16 – 22 APRILE 1941).

Medaglia d’Argento Al Valore Militare

MEDAGLIA D’ARGENTO – DECRETO 5 GIUGNO 1920.

CON INDOMITA AUDACIA ED IRRESISTIBILE SLANCIO IRRUPPE NELLE TRINCEE NEMICHE DI QUOTA 85 SINO ALLORA INVANO ATTACCATE, MANTENENDOLE CON TENACE VALORE CONTRO I FURENTI CONTRATTACCHI NEMICI PUR CON FORZE ASSOTTIGLIATE DALLA LOTTA SANGUINOSA (MONFALCONE, 6 AGOSTO 1916). (AL IV BATTAGLIONE CICLISTI)

Medaglia di Bronzo

MEDAGLIA DI BRONZO – DECRETO 3 OTTOBRE 1860.

PER LA VALOROSA ED INTREPIDA CONDOTTA TENUTA ALLA BATTAGLIA DI CASTELFIDARDO (18 SETTEMBRE 1860). (AL XXVI BATTAGLIONE).

MEDAGLIA DI BRONZO – DECRETO 19 GENNAIO 1913.

PER LA BELLA CONDOTTA TENUTA DAL XXIX BATTAGLIONE NEL COMBATTIMENTO DI PSITOS (16 MAGGIO 1912). (AL XXIX BATTAGLIONE).

MEDAGLIA DI BRONZO – DECRETO 29 OTTOBRE 1922.

SOTTO VIOLENTO FUOCO ATTRAVERSAVA L’ISONZO IRROMPENDO NELLE TRINCEE NEMICHE, IN QUATTRO GIORNATE DI ASPRA LOTTA VALIDAMENTE CONCORREVA CON SLANCIO INTREPIDO E FULGIDO VALORE AL CONSEGUIMENTO DELLA VITTORIA. MALGRADO LE FORTI PERDITE SUBITE MANTENEVA LE POSIZIONI CONQUISTATE RESISTENDO AI VIOLENTI E RIPETUTI CON¬TRATTACCHI NEMICI (BAINSIZZA, 16 – 20 AGOSTO 1917). SI DISTINSE PER SLANCIO E ARDIMENTO NELLA RICONQUISTA DI UNA IMPORTANTE POSIZIONE (GLOBOKAK, 25 OTTOBRE 1917).

MEDAGLIA D’ARGENTO AL VALOR DELL’ESERCITO

MEDAGLIA D’ARGENTO – DECRETO 9 FEBBRAIO 1978.

INTERVENIVA TEMPESTIVAMENTE CON UOMINI E MEZZI NELLE ZONE DEL FRIULI DEVASTATE DAL VIOLENTO TERREMOTO, PRODIGANDOSI PER PIÙ GIORNI IN UNA INSTANCABILE E GENEROSA OPERA DI SOCCORSO ALLA POPOLAZIONE COLPITA. AFFRONTAVA, CON ALTO SENSO DEL DOVERE E CON SPIRITO DI SOLIDARIETÀ UMANA, INCOMBENTI PERICOLI PER IL RIPETERSI DELLE SCOSSE TELLURICHE, CONTRIBUENDO A RIDURRE LE CONSEGUENZE DEL DISASTROSO EVENTO. L’AIUTO OFFERTO CON TENACIA E FRATERNA GENEROSITÀ, RISCUOTEVA RICONOSCENZA ED APPREZZAMENTO, CON RIFLESSI NELL’AFFERMAZIONE DEL PRESTIGIO DELL’ESERCITO (FRIULI 6 MAGGIO 1976 – 30 APRILE 1977).