Un intenso e lungo elenco di manifestazioni, religiose – civili e militari, si sono svolte nel territorio di Trieste per celebrare il 50° del mastodontico Santuario che sorge sopra la città dominandola.
Le notizie storiche riportate di seguito ne delineano motivazioni e connessioni sempre rivolte alla sofferenza umana in circostanze di guerra.
Sabato 21 maggio, in una solenne cerimonia di commemorazione dei caduti della G.G., oltre alla presenza dei nostri labari, la Fanfara di Trieste ha reso tutti gli onori musicali previsti per le cerimonie ed ha concluso con un “ristoratore” ed applaudito concerto. Brava la fanfara di Trieste, bravi i bersaglieri triestini.
Il Santuario mariano di Monte Grisa
Iltempio nazionale a Maria Madre e Regina (in sloveno Svetišče na Vejni) è una chiesa cattolica a nord della città di Trieste, posta in cima al monte Grisa (330 metri), che domina la città ed affre una vista spettacolare sul golfo.
Progettato dall’architetto Antonio Guacci su idea dell’arcivescovo di Trieste e Capodistria Antonio Santin: la struttura triangolare evoca la lettera M come simbolo della Vergine Maria. La costruzione avvenne tra il 1963 e il 1965, mentre l’inaugurazione, ad opera dello stesso vescovo, si svolse il 22 maggio 1966. Il santuario è ha un’imponente struttura in cemento armato, con la presenza di due chiese sovrapposte, per la sua forma i triestini lo chiamano affettuosamente “il formaggin”.
La Storia
Nel1945 l’arcivescovo di Trieste Antonio Santin fece un voto alla Madonna per la salvezza della città minacciata di distruzione dall’evoluzione degli eventi bellici. Finita la guerra, nel 1948 venne pubblicata sulla rivista Settimana del Clero la proposta di mons. Strazzacappa di realizzare a Trieste, con l’intervento di tutte le diocesi d’Italia, un tempio di interesse nazionale dedicato alla Madonna.
Nel1959papa Giovanni XXIII decise che l’erigendo tempio sarebbe stato dedicato a Maria Madre e Regina, a ricordo della consacrazione dell’Italia al Cuore Immacolato di Maria, come simbolo di pace e unità tra tutte le genti, in particolare tra entrambi i lati del confine, in quel luogo distante meno di 10 chilometri.
Da aprile a settembre di quell’anno ebbe luogo quel “pellegrinaggio delle meraviglie”, che per l’affluenza delle masse al passaggio della Madonna di Fatima nelle varie città, fu chiamata “la più grande missione fatta in Italia”; l’arcivescovo di Trieste, ricevette la statua della Madonna pellegrina il 17 settembre 1959 e due giorni dopo, sul monte Grisa, veniva posta la prima pietra del grande tempio, mentre il 20 settembre il Santo Simulacro ritornava nella capelinha di Fatima.
Era desiderio di tutti avere per il nuovo tempio una statua della Madonna di Fatima, a ciò provvide il vescovo mons. Joao Pereira Venancio il quale incaricò lo stesso scultore che aveva eseguito la statua per la capelinha di scolpirne una uguale per Trieste.
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