Mercoledì 7 febbraio, a Milano, i vertici di Ana, Anb e Anf si ritroveranno per presentare la loro proposta: ripristinare ‘un periodo di servizio obbligatorio dei giovani a favore della Patria nelle modalità che la politica vorrà individuare’. Un tema ricorrente negli ultimi anni, che in una come il Friuli Venezia Giulia fa scattare antichi ricordi e vecchie nostalgie. Migliaia, infatti, sono stati i ragazzi che per la ‘naja’ sono stati mandati in regione, dando impulso all’economia locale (si pensi a comunità montane come Tarvisio o Chiusaforte, ma anche a centri più grandi come Cividale o Tolmezzo) e rivitilizzando la vita sociale. I campi, le esercitazioni, le stazioni dei treni piene, le marce: ricordi che si legano indissolubili alla storia del Friuli Venezia Giulia.
«Si tratta – spiegano Ana, Anb e Anf – di una necessità che si avverte sempre più forte nel Paese analogamente a un senso di smarrimento, per il venir meno di punti di riferimento certi, a tutto vantaggio di un individualismo che sembra frantumare il senso di responsabilità civile e sociale. Nel chiedere il ripristino di un servizio obbligatorio per tutti i giovani, maschi e femmine, crediamo sia possibile creare le condizioni per un rilancio morale e sociale del nostro Paese, evitando di consegnare questa speranza esclusivamente al mercato». Da qui l’appello alla politica, sottolineando come «le tre Associazioni che promuovono questa iniziativa possono contare su oltre 400.000 iscritti, ai quali vanno aggiunti amici e simpatizzanti con le loro rispettive famiglie. Un bacino di voti non trascurabile che oggi attende dalla politica parole credibili e soprattutto costruttive per il futuro del Paese».