Risulta che alcune particolarità del Corpo siano poco conosciute e pertanto riteniamo utile la pubblicazione di alcune delle peculiarità che servirono a dar vita, forza e sprone alla nostra Specialità. Tali caratteristiche svilupparono nella testa dei bersaglieri un concetto fondamentale che forse nel tempo è stato dimenticato: il nostro Corpo è il più bello, il più simpatico, il più gagliardo, il più valoroso. Successivamente, combattimenti, figure e nomi descritti a voce e alle volte illustrati da dipinti rappresentativi, suffragati dal Decalogo, portarono alla spavalderia dell’appartenenza al Corpo e all’amore fraterno di tutti i componenti della specialità. Sottolineiamo che – i nostri bersaglieri erano (il passato è d’obbligo) per la maggior parte sani e robusti contadini che amavano una vita semplice e comandi decisi e diretti; una volta congedati mantenevano il loro colorito caldo e reale, quello dei vent’anni a qualunque età, perché il loro agire era agitato perennemente da un spirito di corpo “ condito ” dall’amore per la Patria.
Ma veniamo al passo ordinario da bersagliere, dovuto esclusivamente alla convinzione e alla perseveranza del Fondatore: Egli lo riteneva indispensabile come costante, efficace ed opportuno mezzo ginnastico, da ripetersi tutti i giorni e varie volte nella stessa giornata, in circostanze di istruzione o servizio, perché sviluppava gradatamente e senza sforzi eccessivi gli organi della locomozione, e nel contempo, i polmoni; sosteneva che senza porvi mente e senza istruzioni preparate, si sarebbe arrivati ad ottenere elasticità, resistenza e brio, che applicati nelle marce davano e danno risultati veramente straordinari.
Oltre a ciò, il Lamarmora teneva ad instillare nella mente di tutti il concetto che la guerra si fa, fra l’altro, con le gambe e con la velocità in qualsiasi operazione, escludendo, perciò, ogni chiamata, adunata, operazione non indispensabile. Secondo il Lamarmora, l’abitudine di far presto, di escludere ogni cosa superflua e di far bene, doveva essere fondamento per formare caratteri forti e pronti nelle decisioni.
La cadenza era prescritta in 120 passi al minuto della lunghezza di 85 cm. frutto di ripetute esperienze personali del Lamarmora stesso — che era un forte camminatore — condotte con ufficiali e bersaglieri disarmati, armati, in qualsiasi uniforme, nelle diverse stagioni, in diversi terreni, col sole, sotto l’acqua, con la neve, col ghiaccio, col caldo e con temperatura moderata.
La Marmora si preoccupò sempre di far nascere l’emulazione col premiare i migliori ginnasti, ma era severo contro chi esagerava la cadenza del passo e li puniva; questa tendenza ad aumentare la cadenza durò molto tempo (forse anche ai nostri giorni), furono comunque represse le corse sfrenate e disordinate che giovani ufficiali alle volte imponevano.