Vennero costituiti il 18 giugno 1836 come truppe d’assalto a carattere ardito, oggi sono ancora protagonisti della storia d’Italia.
Dal “battesimo del fuoco” del 1848 alla lotta al Covid-19
Fu Alessandro Ferrero de La Marmora, allora capitano del Reggimento Guardie del Regno di Sardegna, a proporre, 185 anni fa, la costituzione di una nuova specialità di fanteria d’assalto, che avrebbe rivoluzionato il modo di combattere.
Il 18 giugno 1836 nascono i Bersaglieri, truppe a carattere ardito, caratterizzate da iniziativa, abilità di tiro e massima mobilità sul campo di battaglia.
Secondo il “Decalogo” stilato dallo stesso La Marmora, i Bersaglieri si dimostrarono perfetti per esplorazioni e missioni particolarmente insidiose, in scenari di guerra dove velocità, improvvisazione e accuratezza del colpo potevano cambiare le carte in tavola. Del resto, la loro costituzione rispondeva alla necessità di avere unità militari composte da uomini resistenti alla fatica, capaci di compiere rapidi spostamenti, dotati di eccellente mira con la carabina, capaci di combattere in ordine sparpagliato per limitare le perdite sul campo.
Dal 1848, anno in cui ebbero il loro “battesimo del fuoco” nella battaglia del Ponte di Goito (Prima Guerra d’Indipendenza), i Bersaglieri sono stati presenti in ogni fatto d’arma o campagna militare: spedizione in Crimea del 1854 (nel corso della quale perse la vita il loro stesso fondatore), le guerre risorgimentali, la presa di Roma del 1870, le due guerre mondiali, la guerra di liberazione, le prime missioni di peacekeeping e quelle odierne sotto l’egida della NATO, dell’ONU e dell’Unione Europea.
I tre elementi che più di tutti caratterizzano questa specialità dell’Esercito Italiano, ovvero le piume, la fanfara e il tipico passo di corsa, sono fieri simboli distintivi unici al mondo.
Sono stati descritti nel libro “Cuore” di Edmondo De Amicis nel 1886, richiamati nei primi versi della “Flik Flok” (l’inno dei Bersaglieri risalente agli anni dell’Unificazione d’Italia), perfino il Capo brigante Carmine Donatelli Crocco stimò i suoi acerrimi avversari con la nota esclamazione “Bella truppa i Bersaglieri!”, mentre il Feldmaresciallo Erwin Rommel, comandante dell’Armata Italo Tedesca in Africa Settentrionale, pronunciò la famosa frase “…il soldato tedesco ha stupito il mondo, il Bersagliere italiano ha stupito il soldato tedesco…”.
Una storia, quella dei Bersaglieri, intrisa di tradizioni e leggende, le cui pagine continuano a essere scritte anche oggi. I “fanti piumati” dell’Esercito continuano infatti a essere protagonisti, insieme agli altri corpi e specialità della Forza Armata, in diverse missioni internazionali come in Libano, Somalia, Bosnia, Lettonia, Kosovo e Iraq. Sul territorio nazionale, inoltre, grazie al costante addestramento e all’esperienza maturata dai contingenti militari all’estero, forniscono il loro contributo nella quarta e ultima missione delle Forze Armate italiane, ovvero la salvaguardia delle libere istituzioni e lo svolgimento di compiti specifici in circostanze di pubbliche calamità e in altri casi di straordinaria necessità e urgenza. In particolare, forniscono un prezioso contributo nelle attività di presidio del territorio, in concorso alle Forze di Polizia, nella lotta e contrasto alla diffusione del Covid19 e nella campagna nazionale di vaccinazione.
Attualmente i Reggimenti sono 6 e le loro Bandiere sono decorate di 7 Croci di Cavaliere dell’Ordine Militare d’Italia, 10 Medaglie d’Oro, 8 Medaglie d’Argento, 26 Medaglie di Bronzo al Valor Militare e di 1 Medaglia d’Oro e 3 d’Argento al Valore dell’Esercito. Un Albo d’Onore ricco di riconoscimenti, onorato a prezzo di eroismi e di grandi sacrifici, che per le nuove generazioni di soldati è sprone di professionalità, di dedizione, di senso del dovere e spirito di servizio negli odierni impegni al servizio del Paese e degli italiani.
Ai Bersaglieri d’Italia, uomini e donne, gli auguri per l’odierno anniversario, che celebra i valori, le tradizioni e le gesta eroiche del passato. Ieri come oggi, piume nere al vento, fanfara in testa e di corsa a 180 passi al minuto, come ancora prevedono i regolamenti di quel lontano 1836.
Auguri ai Bersaglieri, URRA’!