30 ottobre. A 106 anni dall’insurrezione in cui i triestini, sfidando la gendarmeria austriaca,
sfilarono per la città invocando l’Italia e cacciando la Luogotenenza asburgica, il Bers. Gen. Paolo
STENDARDO ha rievocato i fatti di allora in una conferenza presso la sede dell’Unione Nazionale
Ufficiali in Congedo d’Italia, ponendo in evidenza il contributo che uomini e donne di Trieste hanno
dato alla causa dell’unità nazionale nei giorni dell’offensiva di Vittorio Veneto che dava le ultime
spallate ad un nemico ormai in rotta. Una città nel caos, per le torme di sbandati che si
riversavano nel capoluogo giuliano e le centinaia di prigionieri russi del porto lasciati liberi che
causavano saccheggi ed incendi, una situazione cui il comitato di salute pubblica e la guardia
civica costituita da elementi italiani e boemi non poteva far fronte. Una Torpedoboot partì con una
delegazione cittadina ed un nocchiere con mappe delle barriere minate alla volta di Venezia a
chiedere aiuti, sfidando le batterie costiere ancora presidiate all’altezza di Grado che aprivano il
fuoco per fermarla, rimanendo poi in avaria in mezzo a banchi di mine per carenza di nafta.
Intercettata da nostre torpediniere, veniva trainata a Venezia ove la delegazione, con occhi bendati
da camicie da marinaio, veniva accompagnata all’Ammiragliato a esporre le richieste. Il
telegramma: «Invierò pronti soccorsi a Trieste» del generale Diaz giungeva puntuale il giorno
successivo; nel frattempo venivano allestiti due convogli di una trentina di imbarcazioni più quattro
cacciatorpediniere, mentre i bersaglieri della II Brigata (7° e 11° Reggimento) da Castelfranco
Veneto dirigevano a marce forzate su Treviso e da qui in treno a Venezia, senza sapere quale
sarebbe stata la loro destinazione finale. L’imbarco su chiatte trainate da vaporetti avvenne la
notte tra il 2 e 3 novembre. «Venezia, ore 5. Le torpediniere, i caccia, i trasporti eruttano vulcani
di nafta, fumano nella notte nebbiosa che ancora non schiarisce l’alba. I Mas fremono nel buio.
Bagliori e faville di caldaie s’accendono. I bersaglieri del generale Coralli – i bersaglieri
dell’Ermada – s’imbarcano.»
Il resto è storia.
Citazioni e testo della conferenza tratti dal libro: ”Le Piume, La Corsa, il Tricolore” di Paolo
Stendardo, edito da Luglio nel 2018.